Necropoli di Porto, insegna – foto di Loretta Buonamico
Appuntamento: Via di Monte Spinoncia 52, Isola Sacra.
La zona compresa tra i rami naturale ed artificiale del Tevere è detta “isola” perchè completamente circondata dall’acqua , e “sacra”, per la prima volta nel VI sec. d.c. dallo storico Procopio, probabilmente per la presenza della Basilica paleocristiana di Sant’Ippolito.
Questo territorio era attraversato dall’asse viario della Via Flavia- Severiana che collegava gli impianti portuali costituiti dall’ampio bacino del Porto di Claudio e dal bacino esagonale di Traiano, con la città di Ostia.
Lungo quest’asse viario, per alcuni secoli molto trafficato, si sviluppò una zona di sepolture tra il II ed il IV secolo d.C.. La necropoli, venuta alla luce nel 1925, e oggetto di campagne di scavo fino agli anni ’80 del secolo scorso, è costituita da un insieme di tombe assai ben conservato perché sepolte già in antico dalla sabbia. La visita consentirà di fare una serie di interessanti considerazioni riguardo alla vita degli antichi abitanti del litorale romano: i loro usi funerari, i loro riti e le loro diverse origini, ma consentirà anche di comprendere quella che era la loro composizione sociale e i loro mestieri. Infatti sono numerosi le iscrizioni e i rilievi in terracotta posti su alcune facciate degli edifici funerari, che illustrano con immediatezza i mestieri dei defunti: artigiani, bottegai, commercianti, marinai, attività legate al vicino porto.
A poche centinaia di metri si trova la basilica di Sant’Ippolito risalente alla fine del IV secolo d. C., testimonianza di un cospicuo nucleo di insediamento paleocristiano nella zona. Accanto ai ruderi dell’antica basilica si trova la torre campanaria del XII secolo, restaurata nel 1579, quando venne trasformata in torre di avvistamento, successivamente all’abbandono della adiacente Basilica.
A cura dell’Associazione Cyberia in rete.